In fondo a ogni credenza c'è una verità. In fondo a salotto c'è una credenza. Ciò prova che i salotti esistono. ------- - Group:
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| Ecco qui, ricomincio dal capitolo 1, a "grande" richiesta >_>
Capitolo 1 Neve e Sangue
Allora... come cominciare questa storia? C’era una volta? No, troppo bambinesco... Era una notte buia e tempestosa... non è nemmeno sera! Forse meglio cominciare dal principio, in fondo voi che leggete ignorate ciò che è accaduto sino ad oggi. Infatti non siamo più nel vostro oggi, ma nel nostro, in un futuro molto lontano e quanto mai violento. L’effetto serra non diminuì col passare degli anni, nonostante i vari tentativi e i ghiacciai, polari e montani, si sciolsero rapidamente, andando ad aumentare il livello degli oceani ma non solo, infatti, con una maggiore quantità di acqua dolce, la diversa salinità che permetteva il fluire delle correnti terminò e le correnti calde cessarono di esistere, e sempre a causa di una maggiore concentrazione di acqua dolce, il mare si congelò più facilmente, i poli si estesero e nacque un’altra era glaciale, che sembrò non finire più. I governi, messi alle strette, cedettero una debole e traballante democrazia ad una dittatura, che presto divenne il peggior nemico del popolo, ancora più del freddo insistente, che grazie alle moderne tecnologie, comunque sviluppatesi, risultava accettabile. Un tempo si prosperava costruendo alti e robusti edifici, oggi, il nostro oggi, si prospera maggiormente solamente sottoterra, creando immensi edifici sotterranei, ottenendo l’energia sufficiente da quel poco sole che le nuvole ormai perennemente in cielo lasciano filtrare. Una cosa positiva, in questo mondo però c’è, è finito il petrolio, per cui le guerre che si combattevano per esso son terminare, l’Arabia e i paesi che di petrolio vivevano, hanno alla fine rinunciato e hanno rivelato un’economia povera, tanto da portarli al fallimento. Oggi il medio oriente è libero, nel senso che non vi è più alcuno stato a governarlo. Si può però dire non a torto che ai pochi vagabondi che ancora son residenti di quella zona che son stati fortunati, forse combattono per un pezzo di pane, ma di sicuro va meglio a loro che ad altri popoli, liberi e prigionieri al tempo stesso. Un esempio lampante può esser quelli che una volta erano chiamati Stati Uniti d’America, ha mutato il nome in Unione Nordamericana, e se un tempo era esempio di democrazia, oggi è governata da un subdolo e malvagio dittatore, chiamato Christian Sutler. Avete ragione, una dittatura, un cattivo potente, un mondo che va a rotoli... sembra proprio un'altra storia come le altre, probabilmente ora vi presenterei il classico buono dal cuore puro che combatte da solo per sconfiggere i malvagi. Be’ su una cosa avete ragione, combatte i malvagi, ma ci son alcuni tipi di male, che possono esser sconfitti solo da altro male, un male più profondo, contamina i cuori delle persone gentili e rabbuia le persone felici. Viene chiamato anche vendetta. Ma non divaghiamo! Per cominciare finalmente la nostra storia, direi di spostarci in una città grande come il mondo ma più vuota delle tasche dei pochi che ancora osano viverci, magari ai vostri tempi era molto famosa, si chiama New York. Come ho detto, magari ai vostri giorni era ricca e splendida, ma quella che potete vedere oggi è solo un ammasso di edifici freddi e vuoti, nemmeno un barbone osa viverci. Oggi è quel che si dice “città fantasma”. Be’, a dirla tutta, non è proprio vuota, così come tutte le altre città abbandonate: ormai vi vivono i banditi della peggior specie, rapinano chi capita a tiro e alloggiano in una base creata dagli edifici abbandonati di città come la nostra New York. Non è un mondo felice e la parvenza di ordine serve a nascondere un caos senza precedenti, una continua guerra senza quartiere, dove le bande più forti distruggono quelle deboli e il governo cerca di contenere quelle troppo forti. Ma c’è né una, la più grande e devastante organizzazione nemica dei governi a regime totalitario, che combatte ormai ovunque. Ha sede in un luogo imprecisato del Grande Nord, una fascia di terra, perennemente ghiacciata, che comprende dal vecchio confine canadese fino al Polo Nord, nel continente americano, quasi tutta la steppa siberiano in Asia e gran parte della Scandinavia in Europa. Tuttavia questi confini son puramente indicativi, questa Grande Organizzazione Criminale, come è ufficialmente chiamata, non ha un proprio territorio e prospera ovunque vi sia anarchia, specialmente nei climi freddi, come appunto il Grande Nord. Zoomiamo nelle strade ghiacciate di New York ora, concentrandoci nella storia (finalmente, scommetto molti voi diranno) notiamo che in una panchina, vi è una forma tutta coperta di giacche scure, una più pesante dell’altra, e un paio di occhiali scuri per impedirne di vedere gli occhi. Sembra congelata, però il lento respiro regolare fa capire che è viva. Un rombo in lontananza gli rivela l’avvicinarsi del proprio obbiettivo. Motori. Quanto li ha aspettati in quella strada fredda! Per fortuna il sole pomeridiano gli permette di non congelarsi, altrimenti non sarebbe più riuscito ad alzarsi da quella panchina! Finalmente quella banda di motociclisti appare al capo della strada, sgommando e slittando, ignorando il ghiaccio che ricopre l’asfalto, corre ululando come cani rabbiosi, probabilmente il loro ultimo colpo. Lo avevano appena sorpassato a velocità folle, quando quello di testa, probabilmente il capo, fece testacoda e tornò indietro, fermandosi proprio davanti alla figura. - Ehi gente! Venite a vedere un po’ ‘sto qui! Immediatamente la banda, che venerava il proprio capo come un dio, data la loro incapacità quasi totale, si affrettò ad imitarlo ed a tornare indietro fino alla figura incappucciata. - Sembra si sia congelato! Gli altri risero, obbedienti - Chissà se ha ancora dei soldi nelle tasche, ‘sto sfigato Non fece in tempo ad allungare la mano, che senza preavviso, la figura si mosse, estrasse una pistola, la puntò alla fronte del capo della Banda del Teschio, come dicevano di chiamarsi, e sparò un singolo colpo che rimbombò per tutta la zona. Intanto gli altri, non avevano ancora capito cosa diamine fosse successo, nemmeno dopo che il loro capo fosse caduto riverso a macchiare il ghiaccio di sangue e cervella, tanto erano stupiti della rapidità del tizio ricoperto di giacconi. Si tolse gli occhiali e rivelò un paio di occhi freddi come il ghiaccio e terribili come la morte - Buh! La banda corse alle moto, anche se in cuor loro sapevano che era inutile, che era tutto un gioco sadico del tizio armato, che si divertiva a giocare al tiro a segno. Un altro colpo, un altro ed un altro ancora. Altrettanti corpi caddero a terra, morti. Nel frattempo però, quelli che avevano raggiunto le moto erano riusciti a calmarsi dallo spavento e cercarono di rispondere al fuoco mentre partivano a razzo. Erano però dei completi incapaci, come ho detto, e mancarono vistosamente il bersaglio. Per loro fortuna, invece, il pistolero aveva un’ottima mira e non mancò nemmeno un bersaglio, evitando loro di morire dal freddo o dissanguati. Aveva calcolato tutto, e non sprecò nemmeno un colpo. Quando tornò il silenzio, era l’ultima persona viva in quella via. Almeno così credeva. Si stava girando, quando vide l’ombra di un lampione stranamente deformata. Aveva la forma di un uomo! Si girò con rapidità eccezionale e sparò due colpi, mal mirati ma comunque letali. Uno colpì la lampada, mandandola in frantumi, l’altro colpì l’aria, mancando di pochi centimetri l’orecchio di un’altra persona, che sembrava armata per una guerra! L’armatura antiproiettile era imbottita, anche se leggera, alle mani aveva guanti e alcuni bracciali che venivano dati solamente in dotazione ai Soldati Scelti dell’Esercito, bracciali che permettevano di lanciare arpioni collegati a cavi d’acciaio per arrampicate ripide. Alla cintura un coltello e due pistole, mentre sulla schiena, in diagonale, si poteva vedere chiaramente una spada lunga ricurva: una katana. - Quella spada... Disse a sé stesso, quasi spaventato all’idea di chi potesse essere quella persona. Non lo vedeva in faccia, siccome era controsole, ma quella spada era inconfondibile: solo una persona era tanto pazza (o tanto forte) da girare ancora con un arma bianca, di questi tempi. Nonostante la precisione dei colpi, non si era smosso di un millimetro e continuava a guardarlo divertito. Riottenne la calma poco dopo e decise di esser il primo a parlare. Non c’erano dubbi su chi fosse quel bandito! - Cosa ci fa un vip come te in questa malfamata zona di gelo? - Cercavo compagni - Quelli che ho ucciso? - Forse La risposta lo lasciò di stucco, non sembrava aver problemi di sorta, nonostante fosse davanti ad un esponente dell’esercito che più di ogni altro gli dava la caccia. - Sarebbe stato uno spreco! Erano deboli, come hai potuto notare. - Sì, ho notato... ma io, ho un certo debole per chi, come me, uccide voi cani governativi, per cui mi sembra lecito vendicarli Quella nuova risposta lo lasciò interdetto. Ammetteva a cuor legger che lo avrebbe ucciso, o che ci avrebbe provato. Vista con razionalità, sapeva di non aver possibilità, ma non poteva fuggire ora, non ora che poteva fare un salto di qualità e di gradi, se lo avesse catturato! L’orgoglio e l’avidità sarebbero stati la sua condanna. Stava ancora pensando come avrebbe fatto a catturarlo, che il tizio strano, seduto sul lampione, parlò per primo, stavolta - Prima però voglio chiederti una cosa: pensi che manderanno un nuovo Guardiano in questa zona, dopo che ti avrò eliminato? E così crede davvero di potermi uccidere, pensò il soldato. I Guardiani son soldati addestrati a proteggere alcune specifiche zone ed a liberare dalla loro “giurisdizione” le bande di criminali che la infestavano, come penso alcuni di voi possano aver intuito. - Ovvio! Ora che sapranno che sei in questa zona, verranno anzi in molti di più, pazzo! Appena terminò la frase, alzò fulmineo la pistola e sparò tre colpi. In risposta, l’altro, senza scomporsi estrasse con la sinistra una sua pistola e sparò altrettanti colpi, con rapidità ancora maggiore. I proiettili si scontrarono precisi a mezz’aria e rimbalzarono via. Intanto però, con la destra, il ricercato aveva lanciato due piccoli arpioni, inchiodando al ghiaccio l’agente del governo, prima che lui potesse schivarli. L’agente ignorò il dolore, non era l’ultimo arrivato, avrebbe venduto cara la pelle! Sparò... ma non partì alcun colpo. La moderna tecnologia permetteva di avere caricatori estremamente più duraturi ma a quanto pare lui aveva finito lo stesso i proiettili. Condannando sé stesso. Il protagonista, sparò un arpione, stavolta collegato da un cavo, verso il lampione posto dopo l’agente. Si lanciò a semicerchio ed estrasse la katana durante il volo con rapidità eccezionale. Aveva calcolato tutto, i proiettili dell’avversario, la velocità di reazione, la posizione. Semplicemente tutto. Ritirò il cavo e lo lanciò di nuovo, stavolta diretto ad una finestra di alcuni uffici, come aveva programmato. Ritirò di nuovo il cavo e appoggiò i piedi nel vecchio ufficio proprio mentre il busto dell’agente si staccò dalle gambe, e cadde sulla neve, diviso a metà dalla devastante katana del più pericoloso tra i ricercati: Leon Hetfill, creatore e capo della Grande Organizzazione Criminale. Il nostro vero protagonista. Squillò un cellulare, che portava su una tasca dell’esterno coscia, a sinistra. Rispose subito e una voce chiese - Fatto? - Un Guardiano ha fatto fuori il capo prima che potessi fare qualcosa - Sì, immagino... come minimo li guardavi da un quarto d’ora - Mi leggi nel pensiero Sorrise divertito di quel battibecco. Accese il monitor di quel vecchio computer, ancora funzionante perfettamente. La sua Organizzazione aveva migliaia di posti come quello, mascherati da luoghi sperduti, ma in realtà basi informatiche per lanciare ordini in tutto il globo. Purtroppo lui era negato per i computer, per cui si fece dire per telefono come fare per entrare illegalmente nel circuito del Governo. Avrebbe creato un po’ di scompiglio, questo era certo. Diede un paio di ordini falsi, inviò falsi messaggi di riuscito assassinio della sua persona e anche false foto del suo cadavere. Non credeva che gli informatici della capitale ci cascassero davvero. Ormai le inviava almeno tre o quattro volte all’anno e avevano capito che erano tutte false. Però i finti ordini, ogni tanto, funzionavano e una squadra si sarebbe diretta dove voleva lui, per finire nelle fauci dei suoi uomini, a creare uno sterminio dietro l’altro. - Se ci cascano sono idioti - Be’ speriamo lo siano Rispose la voce al telefono e chiuse la chiamata. Avvertì un rumore, un piccolo ronzio, ignorato da qualsiasi persona comune ma non da Leon, abituato a cogliere il minimo movimento per evitare la cattura. Spense immediatamente il computer e si accucciò sotto la finestra proprio un attimo prima che quella che sembrava un’astronave passò a pochi centimetri dalla finestra, ad osservare la strage sotto di loro Merda, han già mandato una pattuglia! Pensò Leon.
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